Gli incubatori da laboratorio sono strumenti fondamentali in ambito scientifico, medico e farmaceutico perché permettono di mantenere campioni biologici o materiali in un ambiente controllato. Si tratta di camere isolate dove è possibile impostare e regolare in modo preciso parametri quali temperatura, umidità relativa e, in alcuni casi, anche composizione atmosferica (per esempio tenori di CO₂ o O₂). In pratica l’incubatore crea condizioni di crescita ottimali (costanti e riproducibili) per colture batteriche, fungine, colture cellulari e tessuti, oltre a supportare test di stabilità di materiali, farmaci, cosmetici e altri prodotti.
Gli incubatori da laboratorio sono quindi impiegati in contesti molto diversi: dalla ricerca biomedica e farmaceutica (coltura di microrganismi e cellule, test biologici, ingegneria tissutale) alla produzione industriale (controllo qualità di prodotti microbiologici o farmaci). Si trovano anche nei laboratori clinici di ospedali e farmacie (per analisi microbiologiche, esami di laboratorio, sviluppi galenici), nei laboratori ambientali (ad es. determinazioni BOD, fermentazioni) e nelle industrie agro-alimentari e veterinarie. In sintesi, gli incubatori sono indispensabili ogni volta che si deve garantire un ambiente chiuso e stabile per la crescita o lo studio di campioni vivi o sensibili.

Come funzionano gli incubatori da laboratorio
Un incubatore da laboratorio funziona come un ambiente chiuso in cui la temperatura e altri parametri rimangono costanti nel tempo. All’interno sono presenti sistemi di riscaldamento (e spesso di raffreddamento) collegati a sensori di temperatura e di umidità che regolano automaticamente i valori impostati. Grazie a questi controlli elettronici sofisticati, si può mantenere l’interno dell’incubatore ad esempio a 37 °C (temperatura fisiologica dei mammiferi) o a qualsiasi set-point desiderato, con variazioni minime anche dopo l’apertura della porta.

Gli incubatori possono includere ventilazione interna (ventole) per garantire uniformità termica su tutti i ripiani. Alcuni modelli hanno filtri HEPA o rivestimenti antimicrobici interni per minimizzare il rischio di contaminazioni e facilitare la pulizia. Inoltre, molte apparecchiature moderne offrono allarmi e sistemi di registrazione dati (per temperatura, CO₂, ecc.) per documentare le condizioni sperimentali. In alcuni incubatori è possibile programmare cicli temporali complessi o settare ramp e step, mentre altri dispongono di interfacce digitali intuitive.
Infine, esistono incubatori specializzati con tecnologie avanzate: per esempio, alcuni modelli utilizzano tecnologie Peltier per la refrigerazione senza compressore, o combinano il controllo della temperatura con altre variabili come l’illuminazione. A differenza di una camera climatica, che simula condizioni ambientali estreme e cicliche (come sbalzi di temperatura e umidità per test su materiali), l’incubatore da laboratorio mantiene condizioni costanti e relativamente miti. I veri incubatori da laboratorio non riproducono l’illuminazione solare; per coltivazioni vegetali con luce si usano invece camere di crescita speciali.
Campi di utilizzo
Gli incubatori da laboratorio si prestano a numerose applicazioni scientifiche. Tra i principali impieghi rientrano:
- Colture batteriche, fungine e microbiche: l’incubatore fornisce un ambiente ideale per la crescita di microrganismi. Ad esempio, in microbiologia clinica o ambientale si coltivano batteri su terreni di coltura a temperature tipicamente tra 20 e 37 °C.
- Colture cellulari e tessuti: in biologia cellulare e in biotecnologia, gli incubatori CO₂ (descritti sotto) consentono di mantenere cellule animali o vegetali in crescita, simulando parzialmente le condizioni fisiologiche (temperatura, CO₂ per il pH dei terreni di coltura).
- Test di stabilità e qualità: in ambito farmaceutico, cosmetico o industriale, gli incubatori servono per valutare la stabilità dei prodotti in condizioni controllate. Per esempio si studiano gli effetti di una determinata temperatura su farmaci, alimenti o materiali plastici nel tempo.
- Applicazioni ambientali e alimentari: gli incubatori sono utilizzati per test di acidità biologica (B.O.D.) nell’acqua, per fermentazioni microbiche di prova, per la produzione sperimentale di birra/fermentati a piccolo scopo, o per la germinazione di semi in agronomia.
- Ricerca clinica e farmaceutica: in ospedali e laboratori analisi, si impiegano incubatori per preparare e verificare colture utilizzate nella diagnostica o nello sviluppo di farmaci. Anche le farmacie galeniche usano incubatori per la preparazione di prodotti che necessitano di condizioni stabili di temperatura.
In generale, ogni laboratorio o struttura sanitaria che effettua colture biologiche, test biologici o valutazioni ambientali ha bisogno di almeno un incubatore adeguato alle proprie esigenze.
Tipologie di incubatori da laboratorio
Esistono diversi tipi di incubatori, ognuno progettato per applicazioni particolari. Tra le tipologie più comuni ricordiamo:
- Incubatori standard (non refrigerati): si tratta di incubatori base che mantengono una temperatura stabile (di solito compresa tra ambiente e circa +60 °C) senza controllo di CO₂ o altri gas. Sono ideali per applicazioni di microbiologia generale, come la crescita di batteri e funghi, dove serve solo un ambiente caldo e umido. Questi modelli spesso hanno ventilazione interna e scorrono il calore per uniformità.
- Incubatori refrigerati: possiedono un sistema di raffreddamento integrato (a compressore o Peltier) che permette di impostare la temperatura anche al di sotto di 0 °C. Ad esempio, le serie MIR di alcuni produttori coprono range da –10 °C fino a +60 °C. Sono usati per conservare colture o reagenti a basse temperature o per studi sensibili al freddo (ad esempio attività enzimatiche o cristallizzazione proteica). In questi incubatori si possono fare sia applicazioni a basse temperature che funzioni di conservazione/rempimento.
- Incubatori a CO₂: dotati di sensori e alimentazione di gas CO₂, questi incubatori mantengono oltre alla temperatura anche livelli precisi di anidride carbonica (tipicamente 5%). Servono principalmente per colture di cellule di mammiferi, cellule staminali o tessuti che richiedono un pH del mezzo di coltura controllato tramite CO₂. Spesso includono anche controllo dell’umidità per evitare evaporazione del mezzo. Sono fondamentali in colture cellulari e ingegneria tissutale.
- Incubatori con agitazione (incubatori shaker): uniscono il riscaldamento dell’incubatore standard alla presenza di una piattaforma o banco oscillante che agita continuamente i campioni. La agitazione migliora il contatto del campione con l’aria (aerazione) e mantiene uniforme la concentrazione dei reagenti. Questi incubatori sono usati soprattutto per colture microbiche in sospensione (ad es. lieviti o batteri con nutrienti liquidi) dove è richiesta ossigenazione, oppure per la produzione di proteine ricombinanti in colture microbiche.
- Incubatori con controllo dell’umidità: alcuni modelli avanzati consentono di regolare precisamente l’umidità interna, oltre alla temperatura. Sono utili quando serve un ambiente saturo (ad es. semenze o colture sensibili alla disidratazione, come funghi).
- Incubatori anaerobici e multigas: esistono incubatori speciali progettati per coltivare microrganismi anaerobi eliminando l’ossigeno interno, o incubatori multigas che possono controllare O₂ oltre a CO₂ (utili in ricerche avanzate su cellule ematopoietiche o microrganismi particolari).
Ogni tipologia ha caratteristiche strutturali e tecnologiche diverse (ad es. ventola di ricircolo, tipo di sensore, sistemi di sterilizzazione interna, porta con vetro di controllo), in funzione delle applicazioni specifiche. Ad esempio, gli incubatori ventilati assicurano temperature uniformi grazie alla circolazione d’aria, mentre i modelli non ventilati possono essere più silenziosi e focalizzati su carichi specifici.

Come scegliere l’incubatore più adatto
Scegliere l’incubatore giusto dipende dalle esigenze del laboratorio. Ecco alcuni aspetti chiave da valutare:
- Necessità applicativa: individuate innanzitutto lo scopo principale. Avete bisogno di un incubatore solo per colture batteriche di routine? Serve per colture cellulari di mammiferi con CO₂? Fate principalmente test a temperatura ambiente/bassa? La risposta guiderà la tipologia (standard, CO₂, refrigerato, shaker, ecc.).
- Intervallo di temperatura e stabilità: controllate i range di temperatura coperti. Se vi servono condizioni intorno a +37 °C, un classico incubatore riscaldato va bene; se invece dovete lavorare a 4 °C o a 50 °C, serve un modello adatto. Verificate la precisione e uniformità (es. deviazioni di pochi decimi di grado) tramite specifiche di produttore. Fluttuazioni minime sono fondamentali per risultati riproducibili.
- Controllo di CO₂ e umidità: se coltivate cellule di mammifero o avete test che necessitano di un preciso contenuto gassoso, scegliete un incubatore a CO₂ o multigas. Per colture sensibili alla secchezza, valutate la disponibilità di controllo umidità interno. Gli incubatori CO₂ di qualità includono sistemi di umidificazione integrati per mantenere il corretto livello di vapor d’acqua.
- Capacità e dimensioni: fate attenzione allo spazio disponibile in laboratorio. Gli incubatori possono essere da banco (compatti) o da pavimento (capaci di migliaia di litri). Considerate anche il volume interno utile (litri effettivi) in relazione al numero di piastre, flaconi o fruste da incubare contemporaneamente.
- Agitazione: se trattate principalmente colture in sospensione (microbiologia o biologia molecolare con colture liquide), potrebbe essere utile un incubatore con agitazione integrata. In caso contrario, un incubatore statico è sufficiente.
- Contaminazione: cercate dispositivi con caratteristiche anti-contaminazione: porte a tenuta, interni facili da pulire (angoli arrotondati), filtri HEPA e (in modelli avanzati) lampade UV di sterilizzazione. Tutto ciò aiuta a mantenere campioni privi di agenti contaminanti.
- Facilità d’uso e manutenzione: preferite pannelli di controllo intuitivi, display chiari e vassoi estraibili. Verificate se l’incubatore dispone di allarmi acustici/visivi (per superamento di soglia), porte interne trasparenti o luci interne per monitorare le colture senza aprire, e facilità di accesso per la pulizia. Valutate inoltre la disponibilità di servizio di calibrazione e assistenza sul territorio.
- Efficienza energetica: gli incubatori restano spesso accesi 24/7. Modelli con isolamenti di qualità, gestione intelligente del riscaldamento/raffreddamento e ventilatori a basso consumo riducono i costi operativi e l’impatto ambientale.
- Affidabilità del fornitore: infine, affidatevi a produttori con esperienza nel settore e con un buon servizio post-vendita. Noi di Frigomeccanica Andreaus, ad esempio, mettiamo a disposizione una linea propria di incubatori da laboratorio di qualità, progettata per le esigenze di laboratori clinici e scientifici. I nostri tecnici offrono consulenza personalizzata e i dispositivi sono supportati da assistenza dedicata. In aggiunta, la nostra gamma si sta ampliando per includere tutti i tipi di incubatori esaminati (standard, refrigerati, CO₂, agitatori, ecc.), in modo da soddisfare ogni specifica richiesta applicativa.

Domande frequenti sugli incubatori da laboratorio
- Che differenza c’è tra un incubatore da laboratorio e una camera climatica? Un incubatore da laboratorio mantiene condizioni statiche e controllate (temperatura e umidità fisse) utili soprattutto per colture biologiche. Una camera climatica, invece, è progettata per simulare condizioni ambientali estreme o cicliche (vamp test, sbalzi di temperatura/umidità) per testare materiali e prodotti. In pratica, la camera climatica può variare in modo ampio temperatura e umidità, mentre l’incubatore stabilizza l’ambiente per la crescita di cellule o microbi.
- Quale incubatore serve per colture cellulari? Per colture di cellule animali o di mammiferi si preferisce un incubatore a CO₂, che mantiene temperatura (di solito +37 °C), umidità elevata e una percentuale di CO₂ intorno al 5%, per garantire il giusto pH del terreno di coltura.
- Quando serve un incubatore con agitazione? Si utilizza un incubatore agitante (o shaker) quando le colture sono liquide e necessitano di miscelazione continua. Ad esempio, colture batteriche in sospensione o colture di lievito in flaconi agitate richiedono agitazione per favorire l’ossigenazione e l’uniformità del mezzo. Se le colture sono solide (piastre, box, ecc.) non serve l’agitazione.
- Come prevenire contaminazioni nei campioni incubati? È importante mantenere pulito l’incubatore: pulire periodicamente con agenti disinfettanti adeguati, sostituire i filtri e controllare le guarnizioni delle porte. Alcuni incubatori dispongono di lampade UV interne o flusso d’aria filtrato per ridurre i contaminanti. Inoltre, non aprire l’incubatore più del necessario e lavorare in ambienti asettici (cappa) per preparare le colture migliora notevolmente la sterilità.
- Come scegliere la capacità corretta di un incubatore? Valutate quanti e quali campioni dovete incubare tipicamente. Se gestite solo poche piastre al giorno, un incubatore da banco compatto può bastare; per grandi volumi o ricerche intensive sono preferibili modelli a pavimento con maggior spazio interno. Ricordate di tenere margine per crescite future: un po’ di spazio in più può essere utile quando aumentano gli esperimenti.
- È necessario calibrare l’incubatore e con quale frequenza? Sì, come per ogni strumentazione di laboratorio, è buona pratica verificarne periodicamente l’accuratezza. Si possono usare termometri di riferimento o sonde esterne per controllare temperatura e (se presente) CO₂. Alcune normative richiedono calibrazioni annuali. Verificate il manuale del produttore: spesso viene consigliata manutenzione e calibrazione ogni 6-12 mesi.
In conclusione, gli incubatori da laboratorio sono apparecchiature versatili che, impostando ambiente caldo umido e controllato, rendono possibili molte attività di ricerca e controllo qualità. Scegliere il modello giusto significa comprendere le proprie esigenze applicative e le specifiche di ciascun tipo di incubatore. Noi di Frigomeccanica Andreaus siamo a disposizione per consigliare la soluzione più adatta e offriamo una gamma sempre più ampia di incubatori di alta qualità.